Il sessantottino, il leghista e il pomodoro viola
«Non voglio oppormi a tutti gli Ogm, a prescindere. Per questo adesso dico: se si trovasse il modo di produrre ogm che fanno bene alla salute ben vengano, però»...
Sia pure con tanti "se" e parecchi "ma", il Il presidente della Fondazione diritti genetici Mario Capanna non pare poi così tanto sicuro della sua opposizione agli organismi geneticamente modificati. Nonostante fosse stato proprio lui, nei mesi scorsi, a raccogliere tre milioni di firme
con una petizione che recitava «Vuoi che l’agroalimentare, il cibo e la sua genuinità siano il cuore dello sviluppo, fatto di persone e territori, salute e qualità, sostenibile e innovativo, fondato sulla biodiversità, libero da Ogm?». Come se qualcuno potesse rispondere «No grazie, preferisco un cibo senza salute né qualità, insostenibile e nemico della biodiversità». Insomma, una domanda furbetta che in sé aveva l'unica risposta possibile. Eppure ora lo stesso Capanna non pare più così certo che sia la risposta giusta.
Difficile dire se sia bastato un pomodoro viola che promette di combattere il cancro a fargli cambiare idea (anche perché purtroppo bisogna riconoscere che di promesse non mantenute gli Ogm ne hanno fatte più di una) ma quel che è certo è che, qualunque opinione si abbia di Capanna, faceva specie vedere il vecchio leone demoproletario combattere una battaglia di retroguardia dalla stessa parte della barricata in cui militano il ministro leghista Luca Zaia e la Coldiretti, creatura della vecchia Democrazia Cristiana nata per organizzare i lavoratori delle campagne.
D'altronde gli Ogm sono bipartisan, nel senso che stanno sull'anima tanto a destra quanto a sinistra; solo pochi spiriti liberi li guardano con interesse (per Margherita Haack "hanno liberato dalla fame intere popolazioni", mentre Umberto Veronesi è ancora più drastico: «Nessuno si
cura di dire che è pericoloso tutto il mais non geneticamente modifi cato. Ai miei fi gli ho detto di non mangiare mai più la polenta, perché potrebbe essere cancerogena»). Ma tolti pochi intellettuali, non è che il popolo di sinistra li veda di buon occhio. Anzi.
Curioso caso, dunque, ma solo fino a un certo punto quello dell' ex-sesantottino a braccetto col ministro verde -sia pure solo nel senso della camicia.
Probabilmente, ha ragione Capanna quando dice che quello che manca (a destra come a sinistra) è un pò di informazione su cosa siano gli Ogm, che problemi risolvono e che guai possono combinare. Non sarà certo con un blog che si possa fare luce su una questione così vasta, ma almeno possiamo farci sopra qualche chiacchiera da bar, no?
Sia pure con tanti "se" e parecchi "ma", il Il presidente della Fondazione diritti genetici Mario Capanna non pare poi così tanto sicuro della sua opposizione agli organismi geneticamente modificati. Nonostante fosse stato proprio lui, nei mesi scorsi, a raccogliere tre milioni di firme
con una petizione che recitava «Vuoi che l’agroalimentare, il cibo e la sua genuinità siano il cuore dello sviluppo, fatto di persone e territori, salute e qualità, sostenibile e innovativo, fondato sulla biodiversità, libero da Ogm?». Come se qualcuno potesse rispondere «No grazie, preferisco un cibo senza salute né qualità, insostenibile e nemico della biodiversità». Insomma, una domanda furbetta che in sé aveva l'unica risposta possibile. Eppure ora lo stesso Capanna non pare più così certo che sia la risposta giusta.
Difficile dire se sia bastato un pomodoro viola che promette di combattere il cancro a fargli cambiare idea (anche perché purtroppo bisogna riconoscere che di promesse non mantenute gli Ogm ne hanno fatte più di una) ma quel che è certo è che, qualunque opinione si abbia di Capanna, faceva specie vedere il vecchio leone demoproletario combattere una battaglia di retroguardia dalla stessa parte della barricata in cui militano il ministro leghista Luca Zaia e la Coldiretti, creatura della vecchia Democrazia Cristiana nata per organizzare i lavoratori delle campagne.
D'altronde gli Ogm sono bipartisan, nel senso che stanno sull'anima tanto a destra quanto a sinistra; solo pochi spiriti liberi li guardano con interesse (per Margherita Haack "hanno liberato dalla fame intere popolazioni", mentre Umberto Veronesi è ancora più drastico: «Nessuno si
cura di dire che è pericoloso tutto il mais non geneticamente modifi cato. Ai miei fi gli ho detto di non mangiare mai più la polenta, perché potrebbe essere cancerogena»). Ma tolti pochi intellettuali, non è che il popolo di sinistra li veda di buon occhio. Anzi.
Curioso caso, dunque, ma solo fino a un certo punto quello dell' ex-sesantottino a braccetto col ministro verde -sia pure solo nel senso della camicia.
Probabilmente, ha ragione Capanna quando dice che quello che manca (a destra come a sinistra) è un pò di informazione su cosa siano gli Ogm, che problemi risolvono e che guai possono combinare. Non sarà certo con un blog che si possa fare luce su una questione così vasta, ma almeno possiamo farci sopra qualche chiacchiera da bar, no?