La soffitta dell'Inglesina


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del romanzo L'Inglesina in soffitta

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Appello in soffitta

di Robin Benatti

Cercherò di essere il più esaustivo possibile. NON ABBANDONATE L'"INGLESINA IN SOFFITTA". Può essere, forse può dipendere dal fatto che ne avevo già sentito parlare a Milano di fronte a un bel piatto di tortelli alle noci.
Mi ci sono affezionato. Tuttavia trovo che "L'inglesina in soffitta" sia un titolo azzeccatissimo: attira il potenziale lettore. Ha un tono giocoso e fresco che potrebbe stimolare anche i lettori più giovani e non soltanto i soliti bacucchi che cercano quello che non c'è: Luca ha dei lettori che attendono da anni questo romanzo e non rinuncerebbero mai al suo linguaggio giocoso.

1. Il titolo fa venire in mente una carozzina? A chi? A chi lavora alla Chicco. Accidenti, a me fa venire in mente una ragazzina, pel di carota, gracilotta e con le lentiggini. Se il libro viene distribuito soltanto a Como e dintorni, probabilmente hannno ragione quelli che criticano il titolo e vedono San Gennaro volare sull'asino di Buridano. Se invece "L'inglesina in soffitta" viene distribuito anche nel resto d'Italia, come accadrà, non vedo perché una persona semanticamente in salute - qualcuno che comperi il romanzo di Luca Masali a Firenze, per esempio - debba pensare ai significati regionali, oppure a quelli secondari menzionati dal Sabatini Coletti: piccola chiave inglese, piccola presa di purgante, piccolo gabinetto all'inglese, ecc. Per vederci una carozzina bisogna fare un giretto piuttosto largo in un negozio Chicco, appunto. Una parola prende senso dal contesto, cioè dall'illustrazione di copertina. (Dal paratesto, direbbe un noto accademico francese: vale a dire da quello che si dice sul romanzo, compresa la fascetta e la bandella). La prova del nove? La mente semantica universale di Google ci dice che la coppia "inglesina + carozzina" non dà neppure due striminzine paginette. Quindi il significato temuto e fuorviante è estremamente limitato nell'uso. L'ha segnalato anche un'amica carissima di Luca: Angiola ha sottolineato che inglesine è un un nome dato dalla Chicco a un suo prodotto. Non è che il "Il nome della rosa" non si poteva usare per via di Interflora, no?

2. A favore del titolo:

a) mi sembra molto vicino all'ironia di Achille Campanile, oppure: Stefano Benni con "Achille piè veloce";

b) Luca eviterà di farsi leggere unicamente dal solito gruppetto di sciamannati del soggetto-verbo-predicato-e-punto, soggetto-verbo-predicato-e-punto, da coloro che per americanizzazione indotta della lingua italiana considerano pomposamente errore e non sanno più, o non hanno mai saputo, cos'è un'elisione del soggetto, una coordinazione dei verbi per anacoluto e un'inversione sintattica, alla Sbarbaro e alla Quasimodo, per intenderci: "non altro luogo ha voce così lenta";

c) avrà anche dei lettori in grado di dargli qualche soddisfazioncella in più, qualche notarella d'intelligenza letteraria. E siamo tanti: quelli della lista Eymerich.

Leggerezza e ironia sono un dono raro in letteratura e "L'inglesina in soffitta" li possiede entrambi.

Firmato:

Robin Benatti

e

Benatti Robin
Robeti binnat
Betibin Ronat
Atti Benbin Ro
Bin Benarotti
Tiro Bin Benat