CULTURA  

'Non siamo Nostradamus'



di   
Francesca Folda
13/8/1999


Luca Masali, 36 anni: è stato molto lodato in Francia.

'La fantascienza? Non è letteratura d'anticipazione alla Nostradamus. Diversamente dagli americani, noi europei preferiamo esplorare i mondi del possibile con un occhio rivolto al passato'. Parola di Luca Masali, 36 anni, autore de I biplani di D'Annunzio< (Mondadori), che Le Monde l'ha definito 'uno dei migliori libri tradotti in francese quest'anno', e de La perla alla fine del mondo (pure Mondadori).

Nel primo dei due romanzi, infatti, la Grande guerra era lo spunto per riflettere sul conflitto jugoslavo. Nel secondo si salta indietro nel tempo fino al 1924. Quando un originale Monsieur Citroën, sfidato dal concorrente Monsieur Renault, attraversa il Nord Africa e mostra i mille volti (e possibili risvolti) dell'integralismo islamico. Il tutto condito da una minuziosa documentazione e da una ricca dose di ironia.

'I miei maestri? Jules Verne, naturalmente. Poi Dino Buzzati, un grande sul fronte della commedia, ed Emilio Salgari, il padre della favola tecnologica', dice Masali. Ma quelli erano anni di enorme progresso tecnologico, in cui ogni nuova invenzione cambiava la vita della gente. 'Oggi c'è solo lo sviluppo di tecnologie già esistenti'. E così gli scrittori anglosassoni, superato il filone catastrofista degli anni Sessanta, hanno reagito con la letteratura cyberpunk. Mentre per gli americani Masali parla di 'western con le astronavi'.

Masali ha preferito guardare indietro e ha trovato il suo protagonista sfogliando le memorie di Andrè Citroën, anch'egli un appassionato di Verne. Masali considera l'industriale francese il simbolo degli anni Venti.

E il simbolo del 2000? Nessuna esitazione: 'Bill Gates'.



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