Il comandante Zaverio odiava il nomignolo “Lumàga”che i laghée  avevano affibbiato al suo splendido piroscafo.

L’inglesina

in soffitta

Una specie di sinossi

©Luca Masali, 2003

 

Ortelli Raffaele 

Classe Quarta 

1 settembre 1938          

XVI Anno dell’Era Fascista

Tema: Le mie vacanze


 

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Forse dovrei cominciare a raccontare quello che è successo due anni fa, quando quell’aeroplano è cascato nel lago con dentro quella roba segreta, roba di spie. E credevano tutti che era finito nel Lago Maggiore e invece era precipitato proprio vicino a casa mia, a Cadenabbia, nel lago di Como, ma era notte e nessuno se ne era accorto. Ma visto che il tema è sulle mie vacanze, dell’aeroplano magari vi racconterò un’altra volta. Cominciamo da me. Prima che succedesse tutto quel fattaccio, l’estate del 1938 era iniziata bene. Avevo undici anni appena compiuti. Coi frutti di un anno di lavoretti dopo la scuola mi ero fatto la bici, una meravigliosa Bianchi con le manopole di corno; i soldi per il cinematografo riuscivo a metterli insieme  quasi sempre, e soprattutto… Beh, soprattutto Lei era tornata, bella da togliere il fiato.

 

L'Inglesina

 

Glory Anne era scesa dal battello! Il guaio era che il Poldo era arrivato prima all’imbarcadero.

“- Che succede se l’aereo casca?

 - Niente, è come se ti cade dalla bici un cestino di uova. Solo che tu sei le uova”.

La tragedia era che teneva strettamente nelle manacce sporche le manopole di corno della mia Bianchi. L’orrore era che chiacchierava con Glory Anne, la figlia dell’ambasciatore inglese a Roma, come tutti gli anni in villeggiatura in quel ramo del lago di Como che volge a mezzanotte (che quindi, per chi avesse letto il romanzo di quello là di Milano, sarebbe l’altro ramo). Anche per Glory Anne l’estate cominciava bene: aveva ritrovato i suoi amici, me e il Poldo. Per godersi le vacanze doveva solo cercare di tenersi alla larga dall’orribilosa, Charlotte McNeal, la bambinaia che il padre le aveva affibbiato; una donna terribile, c’era perfino chi diceva che in realtà era un colonnello dell’Mi5, il controspionaggio dell’Impero Britannico.

 

“Ma visto che il Poldo è  scemo, se io divento balilla mi fanno graduato, e lui resta il maiale che è.

E fa quello che dico io.”

Io invece dovevo cercare di tenere lontano il Poldo dalla Glory Anne. Quello lì è pazzo, ha degli anelli che fanno un male cane quando tira  i pugni. Il Poldo fa il gradasso solo perché ha la divisa dei balilla! Ma, tanto, resta scemo lo stesso. L'hanno anche bocciato. Certo che se la Glory Anne se ne va via con quello lì, la giornata è rovinata. Non resta che andare a trovare il Marchion, il vecchio mastro d’ascia che ha sempre fatto barche per tutti, anche per i contrabbandieri. E però adesso che è vecchio dev’essere anche un po’ picchiato in testa: se ne sta sempre su in soffitta a farsi la barca, al buio come un pipistrello. Lui dice che è una barca speciale, che lo farà viaggiare tra i mondi.

 

“Il cannone non aveva mai sparato un colpo.

 Il comandante si  augurò che anche quella notte  non ci sarebbe stato bisogno di far sentire la voce del Re tra le valli del lago”.

Ma non come il cannone di Giulio Verne. Lui dice che vuole viaggiare tra i mondi che abbiamo in testa. “Perché voi capite le barche e non le persone, vero?” gli aveva chiesto una volta la Glory Anne. Chissà cosa voleva dire. Ma il Marchion di barche ne sa davvero un sacco, ne sa più di un professore.

E meno male.

 

La situazione precipita

 

Perché poi è successo quel fatto brutto. Il Raù, il vecchio barcaiolo, è stato trovato ammazzato nella sua barca. Con due fucilate. I carabinieri hanno detto che ad ammazzarlo era stato il papà del Poldo, durante una lite tra contrabbandieri. E la barca dove l’avevano ammazzato era proprio una barca da sfrusà, sì insomma, quelle che usano i contrabbandieri. E l’aveva fatta proprio il Marchion, con le sue mani. Così i carabinieri sono andati a dar fastidio anche a lui. E lui che di fastidi non ne voleva si è trovato a dover capire quello che era successo per davvero. Un po’ per togliersi di dosso i carabinieri, e poi anche per aiutare il papà del Poldo, che visto che non poteva pagare, il giudice ci aveva dato un avvocato del lella, insomma, mica uno bravo, così finiva che veniva fucilato prima di Natale. Poi è arrivato col battello quel giornalista da Roma che scriveva sul giornale del Mussolini. e

 

“-Però, che belle forcole che c’aveva la barca dei contrabbandieri dove hanno ammazzato il Raù”.

-Infatti. Troppo belle”.

si è sistemato all’Hotel Bretagna, lo stesso della Glory Anne e dove mia mamma fa le pulizie per prendere qualche soldo. In casa non ce ne sono mai da quando mio papà se ne è andato via e nessuno l’ha più visto. Nemmeno io. Lo odio, perché non mi ha portato con lui in Svizzera, dove il cioccolato è per terra e basta chinarsi a raccoglierlo.

 

“Una barca è una scultura, come le statue che si vedono nelle chiese. Ma si muove, e in qualche modo respira. Fai una barca che non possa respirare, e le onde te la mandano a pezzi”.

La Glory mi ha detto che il giornalista è entrato nella sua camera, e ha letto il suo diario.

 Io la prendevo in giro, le dicevo “figurati, Glory, cosa gliene importa a uno grande del diario di una bambina”, ma lei insisteva che era stato lui. Allora io ho chiesto per piacere alla mamma di vedere una cosa nella stanza di Glory Anne quando non c’era nessuno, e lei l’ha fatto ma qualcuno le ha dato una botta in testa ed è finita in ospedale giù a Como, per un sacco di tempo. Il Marchion poi è andato a parlare all’avvocato del papà del Poldo, perché c’era qualcosa che non lo convinceva nel modo in cui i carabinieri avevano trovato il cadavere morto del Raù. Quello che non gli sembrava giusto era una roba di barche, io adesso non mi ricordo, ma se c’entrano le barche c’è da crederci al Marchion. Quello lì sarà analfabeta, ma di barche ne sa una più del diavolo. Solo che l’avvocato non ci ha dato retta, e per di più le Camicie Nere hanno picchiato il Marchion perché era andato dall’avvocato. Ma che ce ne importa alle Camicie Nere di quello che fa o non fa il Marchion? E poi è successo anche che la McNeal, la bambinaia di Glory Anne, si è messa a filare col giornalista di Roma, e la Glory era preoccupata perché non le piaceva proprio quello lì. Così noi abbiamo fatto la Polizia Segreta di Cadenabbia, nella soffitta del Marchion: io, il Poldo, la Glory Anne e il Marchion. E abbiamo fatto le indagini segrete, come i carabinieri. Siamo andati a vedere delle barche che il Marchion diceva che facevano cose strane nel lago di notte, barche di una villa dove non doveva esserci nessuno e invece qualcuno c’era.

Adesso però ho finito il foglio, così non posso più raccontare cos’è successo poi.

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