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Recensione di Sergio Pent per La Stampa-Tuttolibri

Un teatrino di lago
per conquistare
la bella inglesina

L’INGLESINA in soffitta del titolo è un'imbarcazione a remi per due rematori, con la panca destinata ai passeggeri collocata davanti allo specchio di poppa: una sorta di gondola da lago, la scia di un sogno romantico che si spegne sugli echi di un panorama manzoniano.
Il lago è quello di Como, a tutti gli effetti, anche se Luca Masali precisa che «quel signore di Milano» aveva ambientato sull'altro ramo il suo romanzo col Renzo e la Lucia.
Nel goliardico versante tra Cadenabbia e Tremezzo, il pirotecnico Masali ha invece collocato l'azione fumettistico-avventurosa del suo corposo pastiche, che si presenta come un - forse solo sovrabbondante - momento interlocutorio nella carriera di un narratore puro che, nato con l'etichetta dello scrittore di fantascienza, sembra ora cercare un alloggiamento personale nel mondo della letteratura d'evasione.
I biplani di D'Annunzio si meritò a suo tempo un premio Urania, mentre La perla alla fine del mondo era una sorta di epopea esotica con molte spolverate di Indiana Jones e qualche pretesa salgariana.
In questa nuova impresa Masali viene a collocarsi sulle «sponde » - ma sì, liberiamo l'arte della leggerezza - della narrativa lacustre che, con Andrea Vitali, Raul Montanari e Francesco Permunian sta rinverdendo il bel ricordo maiuscolo di Piero Chiara.
Ma il paragone inizia e finisce qui, poiché, oltre alla caratterizzazione dialettale e geografica dei suoi personaggi da teatrino dei pupi, Luca Masali ha messo in piedi un'operazione tutta individuale, a metà strada fra commedia degli equivoci e interpretazione privata - e quindi fantastica - della Storia.
Il sipario del teatrino si apre sullo scenario già ben compromesso del 1938, sui conflitti imberbi tra gli undicenni Poldo e Raffaele, che corrono a salutare l'arrivo in vacanza a Cadenabbia della coetanea Glory Anne Primrose, figlia dell'ambasciatore inglese a Roma.
La lotta per prevalere nelle grazie della fanciulla, accompagnata dall'inattaccabile bambinaia Charlotte McNeal, sembra veder prevalere il prode balilla Poldo nei confronti fuga del padre in Svizzera.
Tra profetici matti di paese - il Martin Picc - contrabbandieri di sigarette e cioccolata, maestri d'ascia traboccanti di saggezza - il Marchion, che costruisce la sua inglesina in soffitta per stare lontano dalla petulanza della moglie Rosa - il panorama sembra quello di una passeggiata nella leggerezza provinciale del passato remoto.
Ma, come in una tragedia storica travestita da commedia marginale, si muovono all'improvviso - e lo sfondo diventa gradualmente primo piano - ondate di oscure manovre legate alla scomparsa di una cassetta di zinco sui fondali del Lario, assieme ai rottami di un aereo che avrebbe dovuto raggiungere Roma.
Strani personaggi popolano la rustica semplicità littoria del paesino: tra gli altri, un giornalista impomatato - che scopre come sotto la divisa della rabbiosa bambinaia inglese si celi una sensualità da brivido - e un americano biondo di dubbia levatura morale, mentre da lontano qualcuno manovra per venire a capo di quello che sembra un segreto di importanza assoluta.
E compare - eccoci all'incursione fanta-storica - la figura del fisico Ettore Maiorana, che risulta infatti disperso proprio in concomitanza di una scoperta scientifica di livello eccezionale. La faccenda si farebbe seria, tra omicidi, randellate fasciste, rapimenti di fanciulli - Glory Anne e Raffaele - sommergibilisti sfigati, bambinaie lanciatrici di coltelli, traditori della patria e agenti del controspionaggio, ma Luca Masali riesce a trasformare il suo racconto in un divertissement irriverente, in cui la logica si scontra con la voglia di evasione, e la resa dei conti diventa un frenetico epilogo collettivo di agguati, incendi, sparatorie, scazzottate, rivelazioni a sorpresa e morte dei cattivi.
Ogni cosa al suo posto, in un romanzo forse troppo dilazionato in capitoli minimalisti verbosi e inessenziali al contesto, ma ricco di una vivacità narrativa adeguata alle intenzioni, storicamente plausibile, narrativamente destinato alle ore liete del disimpegno.
 


 

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